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Per Trenord e la sua (mala)gestione i numeri parlano chiaro e certificano una situazione disastrosa in Lombardia: nei primi sei mesi di quest’anno le penali incassate dalla Regione sono aumentate di 7 volte, passando da 1,5 a 11,2 milioni di euro.
Si tratta di somme versate dell’azienda alla Regione per non aver rispettato gli standard previsti nel contratto di servizio.
Un dato che il Gruppo regionale del Pd ha ascoltato, in Commissione Trasporti, nel corso della discussione sull’assestamento di bilancio, direttamente dalla voce della Direzione generale dell’assessorato. Non solo  : è emerso che, nel 2022, 160 linee sono risultate sopra i limiti di puntualità, quelli per i quali, cioè, scatta il bonus, ovvero il 30% di sconto sull’abbonamento successivo. E la provincia di Bergamo non fa eccezione, anzi, si posiziona sul podio delle peggiori di Lombardia, al secondo posto dopo Pavia.
Ed ecco come è andato il 2022 sulle line di Bergamo: si salvano solo i mesi di febbraio e aprile con zero necessità di rimborso, ma il resto dei mesi è un’ecatombe. La peggiore in assoluto è la linea Bergamo-Carnate-Milano che vede riconoscere il bonus ai suoi pendolari per 9 mesi su 12 nel 2022, praticamente tutti tranne febbraio, marzo e aprile.
Segue la Bergamo-Pioltello-Milano con 7 mesi (marzo, maggio, giugno, luglio, ottobre, novembre dicembre) e la Lecco-Bergamo-Brescia con 6 mesi di disservizi (giugno, luglio, settembre, ottobre, novembre e dicembre) nell’anno 2022.
Male anche i primi 4 mesi del 2023: quasi sempre almeno 2 linee hanno subito disservizi tali da dover prevedere il rimborso ai propri pendolari. E, ancora una volta, 3 mesi su 4 la peggiore è stata la Bergamo-Carnate-Milan
Sulla questione Trenord si sta consumando uno scontro durissimo nella Giunta regionale – commenta ancora Casati–, ma queste schermaglie interne alla maggioranza poco importano ai cittadini, a fronte di un servizio che non funziona e di un affidamento a Trenord dello stesso rinnovato per altri 10 anni, con un aumento di corrispettivi di quasi 100 milioni di euro l’anno. Il tutto senza la minima valutazione della qualità del servizio offerto, del livello di gestione della società stessa, peraltro controllata dalla Regione, e delle esigenze di una sua profonda riorganizzazione. A questo ennesimo, colossale problema e alla pessima qualità del servizio che è sotto gli occhi di tutti vanno associati aumenti nell’ordine del 40 per cento di biglietti e abbonamenti, per un’esplosione dei costi, pari a 97 milioni di euro l’anno, che andranno a togliere ulteriori risorse ad autobus e servizi di trasporto pubblico locale.
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