Siamo preoccupati per il continuo moltiplicarsi sui territori degli insediamenti di logistica e ci chiediamo:…
Si è tenuta oggi in IX commissione l’audizione dei rappresentanti di Uneba e Aris, organizzazioni di categoria del settore sociosanitario e assistenziale che riuniscono RSA no profit con circa 500 strutture in Lombardia.
Durante l’incontro è emersa in tutta la sua urgenza la necessità di aggiornare le normative su cui si regge il sistema di RSA nella nostra regione, che è strutturato sulla base di esigenze ormai superate, vecchie di decenni. I bisogni dei cittadini sono cambiati e le normative vanno adeguate allo scenario attuale, al fine di rispondere alle reali necessità.
Le associazioni hanno infatti segnalato che gli ospiti attualmente accolti nelle strutture arrivano con quadri sanitari più impegnativi “e la presa in carico di queste fragilità richiede un maggiore impegno di risorse, sia dal punto di vista economico che di personale specializzato e qualificato”.
C’è poi il capitolo dolente degli extra costi che le strutture hanno dovuto affrontare, dalla gestione dell’emergenza pandemica in poi con le annesse perdite di esercizio, passando per i rincari dovuti all’inflazione e al caro energia.
Attualmente la Regione investe circa 900 milioni nelle RSA – prosegue Casati – ma a fronte dei rincari e dei nuovi bisogni servirebbe un una integrazione di circa 240 milioni annui, pari ad un incremento di 12 euro giornalieri medi a posto letto.
La richiesta delle organizzazioni di categoria di riscrivere le regole del sistema in una logica pluriennale per poter programmare budget e investimenti appare del tutto motivata, così come anche la necessità di ricevere l’assegnazione definitiva dei finanziamenti regionali a inizio anno, e non a giugno dell’anno in corso come avviene attualmente.
Per quanto riguarda i criteri di attribuzione delle risorse, in Commissione è stato chiesto da Uneba e Aris di superare la parametrazione sui SOSIA, tenendo in considerazione invece le fragilità dei pazienti, così come di sostenere con maggior convinzione e stanziamenti i servizi di “RSA aperta”.
Riteniamo che alla luce delle richieste avanzate sia doveroso impostare un ripensamento del sistema e del modello RSA in Lombardia, perchè le regole di sistema non corrispondo più ai nuovi bisogni né degli utenti né dei gestori; perchè il sistema sia davvero efficace e rispondente ai bisogni di oggi, va attualizzato e va sostenuto con risorse che vanno riparametrate in base a nuovi indicatori e tenendo conto degli aumenti dei costi degli ultimi anni.