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Per azzerare il taglio ai sussidi e non lasciare indietro nessuno non servono toppe, ma 10 milioni di euro di risorse proprie, ovvero lo 0,03% del bilancio. Questi diciamo all’assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, Elena Lucchini, che ha annunciato la riduzione dei tagli ai sussidi destinati alle persone gravemente disabili in programma dal prossimo primo giugno.

Sui tagli previsti a carico dei caregiver di persone con disabilità, infatti, la Regione Lombardia ha messo solo una toppa, operando alcuni spostamenti tra i capitoli di bilancio, ma non ci ha messo nemmeno un euro di risorse proprie in più, rispetto a quanto già stanziato personalmente, invece, rimango convinto che questa ‘battaglia’ debba essere giocata fino in fondo e non esiste che una Regione come la Lombardia non riesca a trovare le risorse – che su base annua sono di circa 10 milioni di euro, pari allo 0,03% del bilancio (per il 2024 ne servirebbero poco più della metà…) – per azzerare definitivamente i tagli e utilizzare invece i fondi statali per implementare i servizi di cui c’è tanto bisogno.

Regione Lombardia ha potuto ridurre i tagli, perché ha ottenuto dal Ministero la possibilità di destinare all’assistenza diretta (servizi) delle persone con disabilità 5 milioni di euro statali, invece dei 20 milioni previsti, oltre al fatto che saranno utilizzati anche i 4 milioni di euro del Fondo Caregiver che già erano previsti e che ora verranno semplicemente ‘spostati’, con un aggravio burocratico che certo non è indifferente, visto che le persone con disabilità dovranno giustificare ex post la prestazione per la quale viene chiesto il rimborso.

Ci chiediamo però cosa succederà nel 2025 quando l’assistenza diretta dovrebbe essere del 25%… Cosa si sta facendo in questi mesi con i Comuni per implementare i servizi territoriali, tenuto anche conto della difficoltà di trovare personale?

Inoltre, è stato comunicato che ci sarà il ‘blocco’ di accesso alla misura B1 e che quindi le risorse saranno erogate a chi già oggi ne beneficia, mentre per soddisfare le nuove richieste bisogna attendere che una persona beneficiaria non ne usufruisca più (ovvero che non sia più in vita).

È inaccettabile e inspiegabile non garantire ai più fragili tra i fragili e alle loro famiglie la misura B1, lasciandoli in attesa che qualche altra persona fragile muoia; una scelta che appare ancora più assurda, dal momento che stiamo parlando di circa 10mila persone che al 30/09/23 beneficiavano della misura B1 (lo 0,1% della popolazione lombarda) e di altri 700 potenziali nuovi beneficiari nel prossimo anno (lo 0,007% della popolazione lombarda).

Stiamo parlando di poche persone, ma le più importanti e che non possono essere lasciate sole, a fronte di un bilancio di oltre 30 miliardi di euro. Con un minimo di volontà si possono trovare quelle poche risorse per non lasciare indietro nessuno.

Il prossimo 5 marzo, in aula consiliare, presenteremo un question time proprio su questo tema.

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