Skip to content
La partecipazione al corteo del 1 maggio ha per me un significato molto importante, che va oltre la celebrazione della ricorrenza e sta a significare l’impegno concreto a portare avanti, nelle sedi istituzionali, le azioni necessarie per promuovere un lavoro più sicuro e più giusto; a partire da tre caposaldi che hanno ispirato gli altrettanti progetti di legge che, come gruppo consiliare del Pd in Lombardia, depositeremo a breve: un primo per garantire il salario minimo negli appalti regionali, un secondo per porre fine allo sfruttamento degli stage e il terzo per promuovere le aziende virtuose.
La prima delle nuove normative prevede che si istituisca per legge il salario minimo negli appalti regionali, subappalti compresi, e l’introduzione di criteri premiali negli appalti di tutti gli enti pubblici regionali in merito al rispetto del contratto collettivo nazionale della stazione appaltante, della sicurezza sul lavoro – controlli ma anche formazione – e rispetto della parità di genere e dell’occupazione giovanile.
Il secondo testo riguarda gli stage extracurricolari, per cui prevede l’innalzamento del rimborso minimo mensile a mille euro dagli attuali cinquecento, che rendono la Lombardia fanalino di coda in Italia. Inoltre, sono previsti controlli più frequenti e stringenti e forti limitazioni numeriche. L’obiettivo è impedire l’abuso e lo sfruttamento degli Stage come strumento per sostituire lavoro dipendente con manodopera precaria e a basso costo: gli stagisti, infatti, ad oggi non hanno ferie, malattie né diritti. Questa proposta nasce dal percorso dei Giovani Democratici “Lo Stage non è lavoro” e vede coordinato a livello nazionale ed europeo l’impegno contro l’abuso degli Stage con la proposta di legge Gribaudo in Parlamento e il lavoro di Nicola Zingaretti e Brando Benifei a Bruxelles.
Il terzo progetto di legge prevede l’introduzione di un “bollino di qualità del lavoro”, un sistema di certificazione regionale che premi le imprese che garantiscono condizioni di lavoro dignitose, sicure e stabili. Con gli obiettivi di incentivare retribuzioni eque, nel rispetto dei contratti collettivi nazionali, anche con il superamento dele soglie minime dei salari, favorire gli investimenti nella sicurezza con investimenti nella prevenzione degli infortuni. Centrale promuovere l’inclusione di persone con disabilità e soggetti svantaggiati a rischio di esclusione dal mercato del lavoro e sostenere le pari opportunità nell’accesso al lavoro.  Obiettivi centrali della proposta di legge anche sostenere la formazione continua e l’innovazione e favorire la responsabilità sociale di impresa. Alle imprese certificate la Regione dovrà assegnare punteggi aggiuntivi nei bandi pubblici regionali, agevolazioni fiscali e contributi per la formazione.
“In Italia c’è un vero problema di dignità del lavoro che parte dal salario, che per moltissimi è al di sotto della soglia che consente di affrontare serenamente la vita quotidiana. È un tema nazionale, quello del salario minimo e dignitoso, che noi sosteniamo con forza, ma molto può fare anche la Regione, a partire dalle miglia di dipendenti regionali impiegati nel pubblico. L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro – conclude Casati -, e noi aggiungiamo sul lavoro di qualità, un obiettivo che dobbiamo perseguire tutti insieme.
Torna su