Oggi in commissione congiunta III e IX (sanità e sostenibilità sociale) è stato approvato il…
Qui di seguito, il mio contributo al dibattito ospitato da L’Eco di Bergamo in merito alle criticità e alle sfide da affrontare per lo sviluppo dei territori della Bassa Bergamasca.
Nel ringraziare i numerosi Sindaci “della bassa bergamasca” che lo scorso 25 aprile sulle pagine di L’Eco di Bergamo hanno voluto evidenziare una serie di problematiche che le comunità che rappresentano devono affrontare, mi sembra doveroso raccogliere questa richiesta di ascolto ed attenzione da parte di chi ricopre un ruolo nelle istituzioni.
La mancanza di un’adeguata viabilità in una delle zone più produttive della provincia e della regione, la necessità di maggiori investimenti sulle strutture sanitarie, la carenza del trasporto pubblico locale, la necessità di potenziare i servizi di istruzione e formazione nonché l’offerta abitativa sono le grandi sfide che i Sindaci chiedono di affrontare e per le quali ritengo sia fondamentale una regia sovracomunale e regionale.
In merito alle infrastrutture, è senza dubbio prioritario proseguire l’iter di progettazione della cosiddetta “nuova Cremasca” con la fondamentale condivisione tra Comuni che deve essere costruita per far sì che nessuno rimanga escluso dai benefici che una tale infrastruttura può generare; per quanto invece riguarda la nuova autostrada che collegherà Dalmine a Casirate e che la maggioranza politica di Regione Lombardia guidata da Lega-FDI-Forza Italia ha deciso di sostenere con ben 146 milioni di euro pubblici, non posso non evidenziare come queste ingenti risorse pubbliche sarebbero potute essere sempre utilizzate per la “bassa” ma per altre opere più condivise e per migliorare i collegamenti viari con l’hinterland della nostra provincia, in mondo meno impattante sul territorio e in sinergia coi Comuni e le associazioni di categoria che ancora oggi esprimono la propria contrarietà all’autostrada così come progettata e ideata più di vent’anni fa.
Relativamente alle strutture sanitarie è senza dubbio necessario lavorare tutti insieme, senza distinzione politica e con unità d’intenti negli ambiti territoriali e in raccordo con l’ASST, per utilizzare parte delle risorse disponibili per l’edilizia sanitaria, per potenziare ancora di più gli ospedali pubblici della bassa bergamasca e implementare i servizi territoriali in modo da dare risposte concrete ed immediate, di prossimità. E senza ombra di dubbio l’aumento degli ospedali e delle case di comunità rappresenta un obiettivo da perseguire, in linea con quanto previsto dal PNRR e dalle successive leggi nazionali.
Sul trasporto pubblico locale la scelta della giunta regionale di destinare i maggiori fondi statali per Trenord anziché per il potenziamento del trasporto su gomma è sicuramente una criticità che va affrontata e alla quale va posto rimedio prevedendo maggiori risorse. Strategico inoltre lavorare tutti insieme per reperire le risorse per il cosiddetto “salto del montone” a Treviglio, investimento ferroviario decisivo per rendere il trasporto via treno più efficiente.
Fondamentale è poi proseguire nel sostegno agli enti di formazione professionale che insieme alle aziende del territorio possono ridurre quel mismatch tra domanda e offerta di lavoro che è il vero problema italiano e anche bergamasco.
Infine, l’auspicio è che le future leggi regionali che riguardano la pianificazione urbana, in particolare in merito agli impianti agrivoltaici e ai data center, siano davvero utili ed efficaci per sostenere lo sviluppo del territorio, salvaguardando e sostenendo al contempo le attività agricole che sono un pilastro della bassa bergamasca. Purtroppo, in passato, le leggi approvate sul consumo di suolo non hanno sortito gli effetti annunciati e la recente legge regionale sulle logistiche, approvata anche col sostegno del PD, ha concluso l’iter di approvazione quando ormai “i buoi erano fuori dalla stalla”.
Queste leggi sono “a somma zero”, nel senso che non richiedono l’impiego di risorse (a differenza di tutto quanto citato sopra), e mi auguro quindi che il lavoro possa proseguire in modo condiviso e di qualità, per non commettere più gli errori del passato e salvaguardare e valorizzare al meglio la bassa bergamasca.
