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La situazione della nostra sanità territoriale sta peggiorando. Non si tratta di fare allarmismo, ma l’annuncio della chiusura (seppur temporanea) di 20 presidi di Guardia Medica (i cd. CAD) su 27 nella nostra provincia sommata a quei circa 17 mila bergamaschi senza medico di base rischia di innescare un cortocircuito del sistema.
Perchè senza medico di base e senza guardia medica, se stai male c’è un solo posto dove verosimilmente e comprensibilmente ti recherai: il pronto soccorso.
E i pronto soccorso sono già al collasso, con poco personale e sommersi da un eccesso di codici verdi dovuto appunto al fatto che arrivano non solo le urgenze e le emergenze – come dovrebbe essere – ma anche tutti i cittadini che non sanno dove altro rivolgersi per un problema di salute.
Così non si può andare avanti: la carenza di medici è l’architrave sul quale dobbiamo intervenire affinché il sistema possa tonare, almeno in parte, in equilibrio. O quantomeno non crollare del tutto.
Niente ricette miracolose ma, come ripetiamo da mesi e da anni, qualche azione concreta Regione Lombardia la può fare: partendo dall’equiparare la borsa di studio per gli specializzandi in medicina generale a quella degli specializzandi ospedalieri e sostenendo l’inserimento dei giovani medici, soprattutto nei territori più carenti e più bisognosi, fornendo loro gratuitamente i locali per l’ambulatorio, anche nelle case di comunità, e dando contributi per personale infermieristico e di segreteria.
La medicina territoriale, a partire dai medici di medicina generale, è fondamentale per la salute dei cittadini e così non si può andare avanti… speriamo che la Giunta Fontana se ne renda conto…

Leggi qui l’interrogazione presentata all’assessore Guido Bertolaso

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